Quando si parla della malattia della pelle più diffusa al mondo, molte persone pensano istintivamente a psoriasi ed eczema, due patologie ampiamente riconosciute per le loro manifestazioni visibili e per l’impatto sulla qualità della vita di chi ne soffre. Tuttavia, la reale protagonista, in termini di prevalenza globale, è un’altra malattia infiammatoria, spesso ancora sottovalutata: la dermatite atopica. Questa condizione interessa centinaia di milioni di individui a livello mondiale, provocando sintomi persistenti, difficoltà diagnostiche, e un pesante carico personale e sociale, che la rendono uno dei più grandi temi dermatologici attuali.
Cos’è la dermatite atopica e perché è la più frequente
La dermatite atopica rappresenta una delle patologie cutanee croniche più diffuse, superando nettamente nei numeri sia la psoriasi che l’eczema tradizionale. Secondo le stime più aggiornate, si calcola che oltre 230 milioni di persone nel mondo convivano con questa patologia, con una crescita esponenziale soprattutto nei Paesi ad alto sviluppo economico. In Italia si parla di almeno tre milioni di casi, e colpisce fino al 30% di bambini e il 10% degli adulti in alcune aree geografiche.
Alle origini della dermatite atopica concorrono molteplici fattori:
- Genetici (predisposizione familiare, alterazioni genetiche di specifiche proteine della barriera cutanea come la filaggrina).
- Ambientali (inquinamento, cambiamenti climatici, stili di vita occidentali, esposizione a sostanze irritanti).
- Immunologici (disregolazione della risposta immunitaria, eccessiva produzione di specifiche citochine come IL-4, IL-13, TSLP e IL-31).
La combinazione di questi elementi rende il quadro estremamente eterogeneo, con differenze marcate tra soggetti ed epoche della vita, ma con una costante: la dermatite atopica, nella maggior parte dei casi, esordisce precocemente, spesso nei primissimi mesi di vita e, in circa il 90% dei casi, entro i cinque anni. Tuttavia, soprattutto negli ultimi decenni, si assiste sempre più spesso all’insorgenza anche nell’adolescenza o in età adulta, talvolta con quadri clinici atipici.
Come si riconosce: sintomi tipici e varianti cliniche
La caratteristica centrale della dermatite atopica è una infiammazione cutanea cronica, che si manifesta con sintomi fluttuanti ma spesso persistenti. Tra i segni più frequenti e riconoscibili troviamo:
- Prurito intenso e costante, che rappresenta il tratto più fastidioso e debilitante della patologia.
- Eritema (rossore diffuso della pelle), accompagnato da aree più o meno estese pruriginose e secche.
- Vescicole e croste che possono apparire durante le fasi di riacutizzazione.
- Secchezza cutanea marcata (xerosi), con pelle che appare spenta, ruvida e soggetta a desquamazione.
Nel bambino piccolo, le lesioni si localizzano principalmente su viso, guance, collo e superficie estensoria degli arti. Crescendo, il disturbo può spostarsi sulle pieghe flessorie (gomiti, ginocchia), mani e polsi. Nell’adulto, la presentazione può essere più estesa e coinvolgere vaste aree corporee.
Forme lievi, moderate e gravi
Non tutte le dermatiti atopiche sono uguali: si possono descrivere forme lievi, in cui solo alcune aree risultano coinvolte e il prurito è tollerabile, e forme moderate o gravi, caratterizzate da estese aree colpite, prurito insopportabile (con rischio di infezioni secondarie per il continuo grattamento) e impatto serio sulla qualità della vita. Nei casi più estremi, l’eritema e la secchezza possono interessare fino al 90% della superficie corporea.
Diagnosi differenziale: distinguere la dermatite atopica da psoriasi e altre malattie
Spesso la dermatite atopica viene confusa con altre dermatiti o addirittura con la psoriasi, che però presenta caratteristiche cliniche e diagnostiche differenti. La psoriasi si manifesta solitamente con placche ben delimitate, ricoperte da squame biancastre, localizzate principalmente su gomiti, ginocchia e cuoio capelluto, mentre la dermatite atopica ha margini meno netti, coinvolge più frequentemente il viso e le pieghe, e le lesioni risultano più umide.
Tra le altre condizioni con cui spesso viene confusa troviamo:
- Dermatite da contatto: forma circoscritta causata da agenti esterni, spesso limitata all’area di esposizione.
- Eczema nummulare: lesioni rotondeggianti simili a monete, spesso sulle gambe o sulle braccia.
- Pitiriasi rosea: eruzione temporanea, tipicamente primaverile o autunnale, con lesioni a forma di “medaglione”.
- Dermatite seborroica: colpisce il cuoio capelluto, il volto e altre zone ricche di ghiandole sebacee, con squame giallastre più che vescicole o croste.
Una diagnosi accurata è fondamentale, poiché trattamenti e gestione differiscono notevolmente tra le varie patologie. Il dermatologo si avvale, oltre che dell’osservazione clinica, di eventuali test allergologici o di valutazioni istologiche nei casi dubbi.
Implicazioni quotidiane e approcci terapeutici moderni
Vivere con la dermatite atopica significa affrontare sfide concrete ogni giorno. Il prurito notturno compromette il sonno, la pelle fragile soffre per l’uso di detergenti, ozio e sudorazione peggiorano i sintomi, mentre fattori emotivi come lo stress possono favorire le riacutizzazioni. Numerose anche le implicazioni psicologiche, in particolare tra i bambini e gli adolescenti: il disagio estetico e fisico può avere un impatto significativo su autostima e relazioni sociali.
L’evoluzione delle terapie ha rivoluzionato la gestione della patologia. Oltre ai classici:
- Emollienti e idratanti per il ripristino della barriera cutanea.
- Corticosteroidi topici da usare nelle fasi di riacutizzazione.
- Immunomodulatori topici (inibitori della calcineurina).
Sono disponibili oggi farmaci biotecnologici (biologici), come anticorpi monoclonali diretti contro specifiche citochine, e nuove terapie mirate che agiscono selettivamente sui meccanismi immunitari alla base dell’infiammazione, offrendo efficacia anche nelle forme più severe e resistenti.
La prevenzione riveste un ruolo chiave: evitare detergenti aggressivi, preferire abbigliamento in fibre naturali, mantenere ambiente domestico umido e temperature miti, ridurre il contatto con allergeni o irritanti comuni sono strategie raccomandate per ridurre il rischio di riacutizzazioni.
In sintesi, la dermatite atopica rappresenta la sfida più attuale e diffusa nell’ambito delle malattie cutanee: riconoscerla precocemente e trattarla adeguatamente permette di contenere i sintomi, minimizzare le complicanze e migliorare in modo sostanziale la qualità della vita dei pazienti di ogni età.