Molti pensano che l’asma sia inevitabilmente un destino scritto nei geni, ma la realtà è sorprendentemente più complessa: questa patologia si sviluppa dall’intreccio di predisposizione genetica e di molteplici fattori ambientali e personali. Studi e osservazioni cliniche hanno ormai chiarito che, pur esistendo una certa ereditarietà, la componente genetica non è l’unica responsabile.
Genetica e ereditarietà: solo una parte della storia
Il ruolo della genetica nell’asma è significativo: chi ha un genitore asmatico ha una probabilità sensibilmente maggiore di svilupparla rispetto a chi non presenta familiarità, con rischi che oscillano tra il 25% e il 36%, rispetto a un 5% della popolazione generale. È tuttavia evidente che l’eredità genetica da sola non basta a spiegare tutti i casi. Basti pensare che, sebbene negli studi condotti sui gemelli identici (che condividono lo stesso DNA), quando uno è asmatico il fratello lo è nel 75% dei casi, nel restante 25% la patologia non compare, a dimostrazione che altri fattori entrano in gioco.
Inoltre, mentre l’asma infantile sembra legata più fortemente alla storia familiare, quella ad esordio in età adulta viene spesso correlata a fattori ambientali e abitudini di vita. Esistono infine diverse forme di asma — allergica, non allergica, indotta da esercizio fisico, professionale — con meccanismi e gradi di coinvolgimento genetico molto variabili.
Le cause ambientali: fattori modificabili e circostanze di rischio
Accanto al DNA, giocano un ruolo cruciale le condizioni ambientali tanto nella nascita quanto nella progressione dell’asma. Diversi studi dimostrano che la malnutrizione materna in gravidanza, la prematurità, il basso peso alla nascita e l’allattamento artificiale aumentano il rischio nei bambini. In seguito entrano in gioco esposizioni come:
- Allergeni domestici (acari della polvere, peli di animali, scarafaggi)
- Inquinamento atmosferico (particolato, ozono, ossidi di azoto)
- Fumo passivo in età infantile
- Infezioni respiratorie precoci
- Diete povere di vitamine (C, E) e di acidi grassi omega-3
- Obesità, un fattore di rischio modificabile
- Stile di vita sedentario
L’esposizione agli allergeni gioca in particolare un ruolo scatenante nei soggetti geneticamente predisposti ma anche, seppur meno frequentemente, in chi non ha familiarità. Anche la presenza di allergie, eczema e altre malattie autoimmuni nei familiari aumenta il rischio, suggerendo che alcune componenti immunitarie condivise favoriscano l’insorgenza di più patologie.
Le cause nascoste e non ereditarie
Gli specialisti hanno individuato una serie di fattori nascosti che possono contribuire in modo determinante a far emergere l’asma, anche in individui senza una storia familiare significativa. Tra questi:
- Infezioni respiratorie virali contratte nei primi anni di vita, che danneggiano le vie aeree e alterano la risposta immunitaria.
- Esposizione a sostanze chimiche nei luoghi di lavoro (polveri, fumi industriali), vera causa dell’asma professionale.
- Stress psicologico e condizioni di disagio sociale, che si associano a una peggiore funzione respiratoria, forse per meccanismi infiammatori sistemici.
- Mutamenti climatici: l’aumento delle temperature e la variabilità climatica aggravano la diffusione di pollini e inquinanti.
- Assunzione prolungata di alcuni farmaci, come i beta-bloccanti, che possono in particolari circostanze favorire crisi asmatiche.
- Squilibrio del microbiota intestinale, per uso eccessivo di antibiotici specie nella primissima infanzia.
Dati recenti suggeriscono che quasi la metà dei soggetti asmatici non presenta allergie note o documentate né una chiara esposizione a irritanti, sottolineando quanto il quadro sia spesso multifattoriale e personalizzato.
La prevenzione e il ruolo delle scelte di vita
Comprendere che genetica e ambiente si intrecciano significa poter agire sui fattori modificabili per ridurre il rischio di sviluppare l’asma o di renderla meno grave. Tra le strategie più efficaci si annoverano:
- Favorire una gravidanza sana, con una dieta completa e uno stile di vita corretto
- Promuovere l’allattamento al seno nei primi mesi di vita
- Limitare l’esposizione dei bambini a fumo passivo e inquinanti domestici
- Adottare una dieta ricca di vitamine e acidi grassi omega-3
- Mantenere una normopeso e praticare attività fisica regolare
- Gestire lo stress e creare un ambiente familiare sereno
Va sottolineato che la perdita di peso migliora chiaramente sia il rischio di insorgenza sia la gravità dell’asma, indicando l’obesità come bersaglio privilegiato delle campagne di prevenzione. Allo stesso modo, correggere carenze vitaminiche aiuta la salute polmonare, anche se gli integratori non sostituiscono una corretta alimentazione.
Infine, chi presenta predisposizione familiare dovrebbe prestare particolare attenzione ai trigger ambientali e adottare fin da subito comportamenti protettivi, senza però dimenticare che nessun singolo fattore da solo è determinante e che l’asma resta il risultato di molti elementi in continuo dialogo tra loro.