Il concetto di conto corrente viene spesso utilizzato in modo generico nella pratica bancaria, ma in realtà sotto questa espressione si celano strumenti giuridici distinti e disciplinati in modo diverso. Nella vita quotidiana capita frequentemente di imbattersi nei termini conto corrente ordinario e conto corrente bancario, che seppur simili nella denominazione, rispondono a logiche e a esigenze differenti. Analizzare la differenza tra questi due tipi di rapporti è indispensabile per chiunque voglia comprendere al meglio la gestione delle proprie risorse finanziarie, in un contesto nel quale la precisione terminologica ha conseguenze pratiche rilevanti in termini di diritti, obblighi e disponibilità delle somme registrate sul conto.
Definizione e funzionamento del conto corrente ordinario
Il conto corrente ordinario trova la sua disciplina principale negli articoli 1823 e seguenti del codice civile. Si tratta di un contratto tipico del diritto commerciale, generalmente utilizzato nel mondo imprenditoriale, dove due soggetti, spesso imprenditori, sono reciprocamente creditori e debitori in virtù di un rapporto d’affari continuativo. Invece di procedere con pagamenti e riscossioni per ogni singola operazione, le parti concordano di annotare nel conto tutti i rispettivi crediti fino ad arrivare, a una scadenza prestabilita, alla liquidazione finale per differenza. In questo modo la liquidità viene mantenuta all’interno dell’attività fino al momento della chiusura del rapporto, ottimizzando la gestione delle risorse e minimizzando i movimenti di cassa.
La particolarità più importante di questo strumento è proprio la reciprocità dei rapporti: entrambe le parti possono e devono effettuare rimesse e registrare crediti o debiti su un conto unico. Fondamentale è anche il fatto che i crediti annotati non sono esigibili né disponibili fino alla chiusura del conto, che, secondo la prassi, avviene ogni sei mesi o ogni anno nei rapporti commerciali. Solo a quel momento, infatti, viene calcolato il saldo finale e il soggetto che risulta creditore può pretendere la somma dovuta.
Il conto corrente bancario: caratteristiche e utilizzi
Il conto corrente bancario, differentemente dal conto ordinario, nasce come contratto tra un privato o un’impresa e un istituto bancario, finalizzato principalmente a garantire la gestione quotidiana del denaro e l’operatività finanziaria. A differenza del conto corrente ordinario, qui manca l’elemento della reciprocità: solo il cliente deposita il denaro presso la banca e quest’ultima si limita a svolgere operazioni per conto del cliente su ordine di quest’ultimo, come pagamenti, riscossioni, accrediti, bonifici, ecc. Esiste quindi una netta distinzione tra le funzioni del conto corrente ordinario e quello bancario: il primo rappresenta una tecnica per la gestione di crediti reciproci tra soggetti privati, il secondo uno strumento fondamentale per la fruizione di servizi bancari e finanziari.
L’aspetto più rilevante riguarda la disponibilità immediata delle somme: il titolare di un conto corrente bancario può in ogni momento esigere e disporre degli importi accreditati. Questo diritto di disporre liberamente si estende a tutte le forme che il rapporto banca-cliente può assumere e costituisce una delle ragioni principali della diffusione di questi conti nella gestione della liquidità familiare e aziendale. Nella pratica bancaria, la varietà dei conti offerti è ampia: dal conto ordinario, detto anche conto a consumo (dove il costo delle spese è proporzionale alle operazioni effettuate), al conto a pacchetto (che offre servizi accessori mediante un canone fisso), dal conto di base ai conti in convenzione riservati a determinate categorie di clienti.
Quali sono le differenze sostanziali?
- Reciprocità delle rimesse: nel conto corrente ordinario entrambi i soggetti (solitamente imprenditori) effettuano accrediti e addebiti, mentre nel conto bancario solo il cliente dispone bonifici, depositi e prelievi, e la banca esegue gli ordini ricevuti.
- Disponibilità delle somme: nel conto corrente bancario il cliente ha sempre la possibilità di prelevare il denaro disponibile, mentre nel conto ordinario le somme restano inesigibili sino alla chiusura del rapporto e le reciproche rimesse si liquidano solo alla scadenza convenuta.
- Funzione: il conto ordinario nasce per semplificare la gestione di rapporti obbligatori tra parti in affari (principalmente imprese), il conto bancario ha come obiettivo la gestione operativa di tutti i servizi finanziari connessi alla banca, come pagamento delle utenze, accreditamento dello stipendio o esecuzione di pagamenti.
- Disciplina giuridica: il conto ordinario si fonda sulle regole degli articoli 1823 e seguenti del codice civile, mentre il conto corrente bancario si configura come contratto atipico, spesso riconducibile al mandato, nel quale la banca agisce per conto del cliente.
- Ambito soggettivo: il conto ordinario è diffuso tra imprese o soggetti con relazioni commerciali stabili; quello bancario è utilizzato da privati, famiglie, professionisti e imprese per la gestione della quotidianità finanziaria.
Implicazioni pratiche e aspetti accessori
Le ripercussioni pratiche delle differenze tra conto ordinario e bancario sono significative. Sotto il profilo delle operazioni, il credito disponibile nel conto corrente bancario può essere utilizzato liberamente per pagamenti, investimenti, versamenti e prelievi; la banca, inoltre, offre una gamma di strumenti come carte di credito, bancomat, domiciliazioni, gestione di bonifici bancari e addebiti automatici. Al contrario, nel conto ordinario l’operatività si limita alla registrazione delle reciproche obbligazioni tra due soggetti e non prevede servizi accessori o strumenti di pagamento.
Un aspetto rilevante riguarda anche il trattamento degli interessi. Nel conto bancario, la banca può applicare capitalizzazione periodica (anatocismo), soggetta però alle limitazioni di legge e alle normative specifiche. Nel conto ordinario, invece, la questione della capitalizzazione degli interessi si presenta diversamente, poiché la liquidazione avviene solo alla chiusura del rapporto, e non vi sono gli stessi meccanismi che caratterizzano i rapporti bancari.
Quale scegliere?
La scelta tra conto corrente ordinario e bancario dipende dalle effettive esigenze personali o aziendali. Chi ha necessità di gestire le transazioni bancarie quotidiane, di utilizzare strumenti elettronici e gestire accrediti costanti, deve necessariamente orientarsi sul conto bancario, che assicura strumenti di pagamento agili e una gestione diretta della liquidità. Il conto ordinario resta invece un prezioso strumento per quei rapporti tra imprese nei quali è frequente compensare crediti e debiti in modo centralizzato, senza la necessità di movimentare denaro ad ogni singola operazione.
Comprendere le differenze sostanziali tra questi due strumenti consente di selezionare il contratto più idoneo e di evitare incomprensioni, errori nella gestione della liquidità o rischi sottovalutati nella stipula dei rapporti commerciali. Una conoscenza approfondita del tema è fondamentale soprattutto per gli imprenditori, ma rappresenta un valore aggiunto anche per chi, come privato cittadino, voglia tutelare i propri risparmi sfruttando al meglio tutte le opportunità offerte dal sistema bancario moderno.