Nascere non basta.
È per rinascere che siamo nati.
Ogni giorno.
[Pablo Neruda]
Gamberi, fichi, noci. Parliamo di cibi simbolici che compaiono tra i soggetti artistici a partire dalle sacre mense medioevali e, passando attraverso le tavole rinascimentali, finiscono per abbondare tra i cibi disposti delle nature morte barocche. Si tratta di cibi che nel Medioevo erano umili e che nel contempo possedevano un valore simbolico rivestendo un ruolo sul piano del significato e quindi su ciò che il dipinto era tenuto a comunicare.
I gamberi di fiume, che venivano raccolti nelle acque basse delle foci dei fiumi, per la mutazione di colore che assumono nella cottura diventando da grigi a rossi, divennero il simbolo della sofferenza di Cristo; i fichi, per la loro caratteristica che li porta a seccare e diventare una scorta per i mesi freddi, erano considerati cibo umile, parsimonioso oltre che simbolo dell’unità della Chiesa che contiene tutti i suoi fedeli; similmente ai fichi, la frutta secca è da sempre presente nel novero dei cibi sacri e in particolare compare nella veste di alimento da digiuno sulle tavole con cibo disposto del ‘600. Per la loro qualità estetica, questi tre cibi insieme richiamano dunque valori profondi legati alla rinascita, in perfetto accordo con questo periodo pasquale.
RISOTTO AL DISTILLATO DI FICHI GRECI, GAMBERESSE, OLIO ALLA FRUTTA SECCA E PEPI
Allora il piatto di oggi ha questa vocazione: uno sguardo al passato con l’intenzione di raccogliere ispirazione, intensità, valori sacri per riuscire, almeno in questo periodo, a “mangiare il simbolo”. Niente di meglio dei gamberetti rosa o gamberesse quindi (Pasiphaea multidentata), di solito adoperate per preparare una bella e abbondante fritturina, ma che io ho scelto per un goloso risotto di mare. Il tocco in più? Certamente quello del distillato di fichi greci: solo fichi, acqua e un tocco di erba rosa. Io lo adopero durante la cottura del risotto ma anche un goccio alla fine. Il tutto chiuso da un bell’extravergine con frutta secca, qualche bacca di pepe e via, il risotto diventa semplicemente una meraviglia!
Ingredienti per 4 persone
200 g di riso Vialone Nano De Tacchi; 200 g di gamberetti rosa; 3 cucchiaini di distillato di fichi Sikomelo Kumilio; 20 g di frutta secca mista (anacardi, noci, noci di macadamia, nocciole); 1 scalogno; 20 g di burro; 1/2 bicchiere di vino bianco + un goccio; extravergine; pepe rosa, verde, Voatsiperifery.
Preparazione
Prodotti
KUMILIO è un’azienda famigliare che di generazione in generazione tramanda i preziosi segreti di coltivazione e trattamento naturale dei fichi di Kimi. In questa piccola città portuale di Eubea, isola del Mar Egeo, la raccolta dei fichi si distingue in modo particolare: il microclima unico e le particolari caratteristiche minerali del suolo rendono le piante di fico abbondanti e rigogliose, e non necessitano né di irrigazione né di fertilizzanti. Dal 1993 il fico di Kimi è una DOP e il suo distillato è un prodotto unico: provatelo da solo come tonico analcolico, oppure sul formaggio, sulle carni bianche e come topping su una bella torta caprese. Meraviglia. I prodotti dell’azienda sono distribuiti in Italia da AKTYS.
Come per il post sul mosciame, vi ricordo che, se siete di passaggio in Liguria, il negozio NATURALGELO di Rapallo è super fornito di chicche gastronomiche introvabili. Come le gamberesse, prodotto veramente unico e dal sapore intenso e originale.
Décor
Asciugamano THORNBACK&PEEL
Ricetta di Chiara Caprettini
Scrittrice e foodblogger di Torino, appassionata di culture nordiche antiche. Nordfoodovestest è il foodblog dei piccoli produttori e della cucina letteraria.
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